Il Workers Buyout, vede i lavoratori organizzarsi in forma di cooperativa e rilevare l’azienda, mediante l’acquisto o l’affitto. Il Workers Buyout può assumere grande importanza nei passaggi generazionali.
di Enrico Bartoccioni. Dottore Commercialista.
E se i figli e i nipoti non dimostrassero le attitudini e la dedizione indispensabile per continuare l’attività aziendale? E se, visti i tempi di crisi, e la pandemia, non fosse così agevole vendere l’azienda?
Una risposta diversa potrebbe essere fornita dagli stessi dipendenti, che subentrerebbero al titolare nella proprietà e gestione dell’impresa. E’ uno schema che sta avendo un discreto successo in tempi recenti.
Questo istituto, conosciuto anche come Workers Buyout, vede i lavoratori organizzarsi in forma di cooperativa e rilevare l’azienda, mediante l’acquisto o l’affitto. Lo scopo è quello di non perdere il proprio posto di lavoro e le competenze acquisite.
Il Workers Buyout, non nasce in Italia, ma é un fenomeno generatosi negli Stati Uniti, durante la crisi economica degli anni ’80 del secolo scorso. In quei frangenti ha riguardato non solo piccole realtà, ma anche imprese di grandi dimensioni. L’operazione più clamorosa fu l’ingresso dei dipendenti nel capitale della United Aerlines.
Tuttavia, le ridotte dimensioni aziendali tipiche del nostro paese, favoriscono l’applicazione di questo istituto, dal momento che sono necessarie risorse finanziarie più limitate, per portare a termine l’operazione.
In Italia, un discreto numero di società cooperative sono sorte utilizzando questo metodo. Da studi recenti, risulta che il tasso di cessazione-liquidazione delle imprese salvate mediante questo istituto, risulta essere piuttosto contenuto. La vita media di queste, si aggira sui 13 anni, in linea con quella delle altre imprese italiane (Fonte: Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali).
Sebbene sotto altre forme, l’impresa di famiglia continuerebbe l’attività, non si perderebbe la clientela e l’imprenditore potrebbe magari assicurarsi una rendita, mediante l’affitto della stessa azienda, dei brevetti o degli immobili. Per questo il workers buyout può assumere grande importanza nei passaggi generazionali.
Inoltre, tramite il Workers Buyout, la società potrebbe acquisire nuove risorse economiche, indispensabili oggi, al fine di conseguire specializzazioni, modernizzare gli impianti e affrontare meglio il mercato.
Il Workers Buyout. Vecchie e nuove risorse finanziarie, dalla Legge 49/85 al Decreto del 4 Gennaio 2021.
Vi sono specifiche norme in materia (es. L.49/85 “detta Legge Marcora”), per supportare questo processo, in particolare quelle per dotare di copertura finanziaria i progetti delle costituende cooperative. Sono previsti finanziamenti con una durata massima di 10 anni, a tassi agevolati fino al 20% del tasso di interesse comunitario di riferimento.
Al capitale di rischio della nuova cooperativa, parteciperebbero sia i Fondi Mutualistici, che le Finanziarie Cooperative, in qualità di soci finanziatori. Inoltre avrebbero un ruolo anche gli ex dipendenti, ora nuovi soci, mediante il loro Trattamento di Fine Rapporto o anche con l’Indennità di Mobilità versata direttamente dall’INPS.
Con il Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n.44 del 22 Febbario 2021 (che aggiorna la “Nuova Marcora” D.M. 4 Dicembre 2014), é stato creato un “nuovo regime di aiuto volto a rafforzare il sostegno pubblico alla nascita e allo sviluppo di società cooperative di piccola e media dimensione.”
Destinatarie dell’intervento, sono: a) le società cooperative di produzione e lavoro iscritte regolarmente al Registro delle Imprese; b) Non qualificabili come imprese in difficoltà; c) Che si trovino nel pieno esercizio dei propri diritti, non si trovino in stato di scioglimento o liquidazione e non siano sottoposte a procedure concorsuali.
Le agevolazioni si estendono a tutto il territorio nazionale e riguardano tutti i settori produttivi. Le finalità sono riconducibili a nuovi investimenti e/o incremento di capitale circolante. Esse consistono in finanziamenti agevolati di durata non inferiore ai 3 anni e non superiore ai 10, comprensivi di un periodo di preammortamento tirennale.
I prestiti sono rimborsati a rate semestrai costanti posticipate scadenti il 31 maggio e il 30 novembre di ogni anno ed hanno un tasso di interesse pari allo 0%.
Nel caso vengano concessi a fronte di nuovi investimenti, possono coprire fino al 100% dell’importo dell’intero investimento. Il valore massimo dell’impregno (ferme restando alcune condizioni) può arrivare fino ad € 2.000.000,00.
L’acquisto della società da parte dei lavoratori, potrebbe rappresentare una soluzione alle tante crisi occupazionali generate dall’attuale pandemia…
Oltre a quanto detto, con il perdurare dell’attuale situazione pandemica, e la fine del blocco dei licenziamenti, il ricorso al Workers Buyout, potrebbe essere una soluzione al fine di consentire a tanti lavoratori, di trovare uno sbocco alla crisi occupazionale che immancabilmente si genererà.
Le condizioni ci sono tutte. Agli strumenti giuridici e finanziari, predisposti negli anni, si é ora aggiunta un’oggettiva esigenza sociale.
Certamente, la nascita di queste nuove società, non potrà prescindere da un’elemento fondamentale: la volontà dei lavoratori di “mettersi in gioco”.
I nostri professionisti , avendo una consolidata esperienza nella gestione delle imprese cooperative, sono in grado di redigerne i necessari progetti industriali e finanziari, supervisionandone tutte le fasi, sino alla creazione della nuova azienda.