Aprire un conto corrente in valuta estera può essere una buona idea, soprattutto se si desidera ottenere un profitto dall’oscillazione fra i cambi. Inoltre è indispensabile, qualora si intenda acquistare e vendere titoli stranieri, anche se tramite un intermediario in regime di risparmio amministrato.
In caso di cambio della valuta, si produce una plusvalenza tassabile.
Non solo, per il nostro ordinamento, detta plusvalenza, può versificarsi anche se non si verificano operazioni di cambio, ma persino con il semplice prelevamento.
In effetti, a prescindere dall’andamento dei titoli, il loro semplice acquisto o la vendita, comporta sul conto corrente, movimentazioni di prelievo e di deposito. Anche se la valuta non viene mai cambiata, queste movimentazioni assumono rilevanza fiscale e le eventuali plusvalenze devono essere indicate nella dichiarazione dei redditi.
L’Art. 68 del Testo Unico così si esprime: “7. Agli effetti della determinazione delle plusvalenze e minusvalenze: ……c) per le valute estere prelevate da depositi e conti correnti si assume come corrispettivo il valore normale della valuta alla data di effettuazione del prelievo”.
La base imponibile, verrà quindi individuata, sottraendo al valore normale di quanto prelevato, il costo della valuta, utilizzando il criterio del LIFO. Sarà pertanto fondamentale, al momento di riportare la plusvalenza in Dichiarazione dei Redditi. In quella sede, ci si dovrà procurare ogni elemento utile al fine di calcolare gli esatti prezzi di acquisto di quanto successivamente prelevato. Questo, per non incorrere nella tassazione di maggior sfavore ai sensi dell’art.110 comma 9) del TUIR.
Stesso discorso varrà per le eventuali minusvalenze da indicarsi, a cura del contribuente, in Dichiarazione dei Redditi, al fine di poterle riportare negli anni successivi e sottrarle alle eventuali plusvalenze.
Quanto sopra, beninteso, se la giacenza dei depositi e conti correnti in valuta estera complessivamente intrattenuti dal contribuente, in un’anno, (calcolata secondo il cambio vigente all’inizio del periodo di riferimento) sia stata superiore a cento milioni di lire (€ 51.645,72) per almeno sette giorni lavorativi continui. (Art.67- 1ter TUIR).
Ricordiamo infine che, qualora si detenesse un conto in valuta estera o euro, presso banche in altri paesi, si dovrà compilare il quadro RW del Modello Unico (quando previsto). Questo ai fini del monitoraggio fiscale e per il pagamento dell’IVAFE.
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